Le offerte per cacciare all’estero sono ormai innumerevoli fatte da persone ed agenzie serie e meno serie, spesso frutto di improvvisazione per non dire altro. Quasi sempre l’offerta è monotematica e riguarda una o al massimo due specie selvatiche, beccacce o tortore o tordi o altro.
Diverso il caso della proposta venatoria che Gigi Gambassi direttore dell’azienda faunistico e turistico venatoria di Fiordimonte, un nome una garanzia, rivolge ai cacciatori con la possibilità di cacciare in Romania lepri, starne, fagiani e qualche beccaccia a stagione inoltrata. La differenza la fa naturalmente la qualità e la quantità della selvaggina, l’ambiente e in generale, l’organizzazione cioè viaggio, soggiorno e assistenza in loco.
Ambiente e selvaggina sono naturalmente in stretta relazione, quest’ultima è favorita da un agricoltura che non ha mai conosciuto pesticidi ed altri veleni, dove si alternano vasti pianori, le pendenze sono minime, campi di mais e di grano pascoli ed incolti spesso cespugliati lungo corsi d’acqua o pozze naturali nascosti dagli alberi e dalla boscaglia; luoghi ideali per fagiani bellissimi, velocissimi e scaltri, autori di pedinate infinite e di strappi violenti. Una preda difficile capace di darti grandi soddisfazioni per il lavoro del cane e per un tiro ben riuscito e non c’è da vergognarsi per qualche padella. Il sottoscritto c’ era con i suoi spaniels, due springer ed un cocker, e naturalmente si è cavato qualche bella soddisfazione, anche perché il carniere è stato arricchito da diverse lepri che hanno eccitato ancor di più cani e padroni.
Ma sinceramente ad emozionarmi di più sono stati i voli delle brigate di starne incontrate via via nelle pianure, una dozzina in quattro giorni giorni, questo per me è stato un ritorno al passato, piccole velocissime ed inavvicinabili come le nostre scopine appenniniche ormai solo un ricordo dei meno giovani di tanti anni fa.
Sinceramente ho rimpianto Dum l’ultimo mio setter che sapeva bene come trattarle, ci hanno provato due miei compagni di viaggio con una pointer e un setter, tutti e due molto giovani, con alterna fortuna, lezioni comunque importantissime delle quali i signori del vento hanno preso nota e tratto insegnamento.
L’ organizzazione è stata oltremodo confortevole sia a caccia che per il soggiorno, si può dire che siamo stati assistiti alla grande 24 ore su 24.
Il presidente dei cacciatori locali, il signor Radu che gestisce tutte le situazioni con grande competenza si è dimostrato tra l’altro persona molto ospitale con un invito a cena degno delle migliori tradizioni rumene a cominciare da un buonissimo piatto di ciorba, una zuppa di verdure arricchita di carne di agnello o di maiale. Altro punto forte della proposta venatoria di Gigi è rappresentato dalla possibilità di riportare a casa muniti di certificato veterinario la cacciagione che è stata conservata in una cella frigorifera; volendo, come abbiamo fatto noi, con pochi euro la selvaggina può essere spennata e scuoiata.
L’unico neo della proposta che si compone di quattro giorni di caccia e due di viaggio può essere rappresentato dalla distanza circa 1400km; anche se il viaggio è quasi tutto in autostrada; si attraversano infatti dal confine di Trieste, la Slovenia e l’Ungheria, infatti quest’angolo di paradiso, venatoriamente parlando, si trova infatti a 50 km dal confine magiaro. Il paese dove abbiamo soggiornato si chiama Ulmeni nel distretto di Maramures, mentre la città di riferimento è Baia Mare, dove la parola mare in romeno significa grande, come grande è stata la soddisfazione per aver vissuto un esperienza così appagante, tanto che il pensiero già corre alla prossima stagione.
Vladimiro P. Palmieri